La risposta è senz’altro sì, una bassa autostima può influenzare negativamente il nostro rapporto col cibo.
Nell’ambito dei disturbi alimentari, la bassa autostima funge da apripista in quanto la visione di sé negativa si concretizza in pensieri negativi e comportamenti disfunzionali che determinano e mantengono una valutazione falsata delle proprie forme del corpo, del peso e del cibo considerati spesso, come unica fonte di valore per la propria autostima.
Nello specifico dei disturbi alimentari, la persona tenta, attraverso il controllo dell’alimentazione, delle forme del corpo e del peso, di raggiungere una qualche forma di valore personale.
La valutazione negativa del proprio corpo spinge la persona ad impegnarsi in restrizioni alimentari che conducono poco dopo tempo direttamente alle abbuffate. L’incapacità di controllare la restrizione e la conseguente abbuffata innesca i sensi di colpa che saranno gestiti attraverso comportamenti di compenso, per esempio il vomito o esercizio fisico eccessivo e compulsivo. Tale esperienza ripetuta nel tempo purtroppo non fa che mantenere la bassa valutazione di se stesse.
Non è un caso che le caratteristiche principali e più comuni riscontrate nelle persone che soffrono di patologie alimentari, siano perfezionismo, bassa autostima e intolleranza alle emozioni.
MARCATO PERFEZIONISMO
I perfezionisti sono persone abituate a pretendere da se stesse performance di alto livello, anche quando la situazione non lo richiederebbe; questo atteggiamento favorisce un pensiero centrato sulla critica e sul giudizio.
Com’è prevedibile, applicano lo stesso ideale anche alla propria forma corporea e, di conseguenza, al controllo dell’alimentazione. Contare le calorie, pesare il cibo, selezionare o scartare alimenti in base alla presenza o all’assenza di determinati nutrienti sono le conseguenze di questa predisposizione.
Il marcato perfezionismo contribuisce ad aggravare il disturbo alimentare in quanto lo sforzo di raggiungere la perfezione nelle condotte e nell’apparenza fisica è anche un vano tentativo di diminuire il rischio di ricevere critiche negative.
BASSA AUTOSTIMA E SENSO DI INADEGUATEZZA
L’autostima può essere definita come l’attribuzione di valore che ciascuno dà a se stesso. A un’attribuzione di segno negativo corrisponderanno sentimenti d’inadeguatezza, di tristezza, di rabbia e d’impotenza. A una positiva, invece, corrisponderanno serenità, sicurezza di sé e autoaccettazione. Soprattutto in relazione al comportamento alimentare, l’autostima è importante in quanto collegata al concetto d’amabilità. Il marcato senso di solitudine delle persone che utilizzano il cibo come rifugio, può essere letto sotto questa luce e, in effetti, molto spesso sembra che esse giungano alla conclusione che sia loro la colpa se non hanno tutto l’amore di cui avrebbero bisogno: “Non ho valore… quindi non sono amabile… quindi nessuno mi ama davvero… quindi sono sola“.
“Devo essere per forza perfetta perché, in fondo, così come sono non va bene e infatti nessuno mi ama“.
INTOLLERANZA ALLE EMOZIONI
Ciascuno di noi è diverso nella capacità di tollerare e regolare le proprie emozioni, soprattutto quelle negative. Tali differenze sono dovute anche all’intensità e alla frequenza con cui se ne fa esperienza, ma non solo. La durata e l’intensità delle emozioni dipende, in larga misura, dal modo in cui l’individuo vi risponde. Chi riesce a gestirle in modo efficace sa lasciarle “scorrere”, evitando cioè, di ingaggiarvi contro azioni di lotta o di fuga. Altri, viceversa, cercano di sopprimerle o vi si soffermano, rendendole oggetto di rimuginio allo scopo di liberarsene ma, così facendo, ne allungano durata e intensità.
Spesso, coloro che soffrono di disordini alimentari non possiedono una sufficiente capacità di regolare e, quindi, di tollerare le emozioni. Dopo aver consumato un pasto e sentendo il pur normale senso di sazietà, per esempio, possono convincersi di aver mangiato troppo e di stare ingrassando, il che induce in loro ansia e senso di colpa. Se riuscissero a non agire in alcun modo su questi stati, ne rivelerebbero tutta la loro temporaneità. Invece, considerandoli veritieri, non possono ignorarli o decidono di non farlo, e finiscono così per attuare ulteriori restrizioni alimentari o comportamenti disfunzionali perché impediscono di alimentarsi in modo corretto e di imparare a regolare le emozioni in un modo che non preveda l’evitamento esperenziale.
Facile identificarsi in una o più di queste situazioni…
Mercoledì prossimo, il 20 gennaio alle ore 21.00 ne parleremo in diretta facebook, in particolare della BASSA AUTOSTIMA…. Per capire che non siamo le uniche, che non siamo sole, che insieme possiamo aiutarci a star meglio.
Diretta Facebook sul gruppo BALLAESNELLA con SARA&CORA
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