Il successo è merito nostro

da | 3 Gen, 21 | Due Chiacchiere tra amiche | 0 commenti

Spesso noi donne attribuiamo il nostro successo a coincidenze fortuite… mentre, al contrario, immancabilmente ci consideriamo la sola e unica causa di ogni nostro fallimento, anche se piccolo…

Riflettete se non vi è mai capitato…

Quando riusciamo ad ottenere un obiettivo importante… Siamo super felici, ma, allo stesso tempo, un dubbio ci assale:

e se fosse un errore? Se mi avessero scelta per sbaglio ed il posto fosse dovuto andare a qualcuno più dotato? Se dovessero scoprire che in realtà non ho le capacità che credevano? Che farò?

Spesso questi pensieri si insinuano nella nostra mente senza che nemmeno ce ne accorgiamo, possono essere dubbi passeggeri o più persistenti e, quando arrivano a creare un continuo senso di inadeguatezza possono essere classificati come “Sindrome dell’Impostore”. Il termine è stato coniato dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes nel 1978.

La sindrome, di fatto, interessa un grandissimo numero di persone, in particolare donne. Chi è afflitto dalla Sindrome dell’Impostore tende a non riuscire ad interiorizzare i propri successi professionali e personali, invece di riconoscerli come frutto delle proprie capacità, li vede invece solo come risultato del caso, della fortuna o, al massimo, del duro lavoro. Il risultato è un continuo senso di ansia e di colpa, paura di venire “smascherati” come inetti rispetto a colleghi o amici ed una incessante necessità di dimostrare il proprio valore.

 

Perchè le donne ne sono più colpite?

Le donne sono più portate a mettersi in dubbio rispetto agli uomini e a cedere all’insicurezza, sopratutto in ambito lavorativo. Questo è dovuto al fatto che le donne, per anni limitate agli ambienti casalinghi, devono spesso combattere stereotipi e discriminazioni quando si trovano a dover affrontare ambienti lavorativi tradizionalmente “maschili”. Le donne, poi, tendono spesso ad un eccessivo perfezionismo derivante dall’educazione che gli è stata impartita. Questo le porta a non sentirsi mai all’altezza e a focalizzarsi sugli aspetti da migliorare piuttosto che sui punti di forza. Questo approccio, nel lungo termine, può rallentare la carriera di molte donne oltre a creare forti problemi legati all’autostima.

Il primo passo verso la consapevolezza e la risoluzione del problema, è rendersi conto che non siamo sole… Anche grandissime attrici hanno voluto mettere a nudo le loro insicurezze..

Nel 2009 Kate Winslet ha affrontato l’argomento dicendo: “A volte mi sveglio la mattina prima di girare, e penso: non posso farlo, sono un’ imbrogliona! Oddio, sono un disastro e se ne accorgeranno tutti. Hanno scelto la persona sbagliata!”.

Anche Natalie Portman nel raccontare la sua esperienza ad Harvard, ha riportato sensazioni simili: “Mi sembrava ci fosse stato un errore, che non fossi abbastanza intelligente per stare in quell’ambiente. Pensavo che ogni volta che aprivo la bocca avrei dovuto dimostrare che non ero solo una stupida attrice”.

E perfino Meryl Streep, nonostante la sua sfolgorante carriera, sembra non essere immune a pensieri di questo tipo: “Penso: ‘Perché qualcuno dovrebbe volermi vedere di nuovo in un film? E poi non so recitare, perché lo sto facendo?'” ha raccontato qualche anno fa.

 

Ma cos’altro si può fare per cercare di sconfiggere questo nostro continuo tentativo di sabotare il nostro valore?

Impariamo a sentirci a nostro agio con l’imperfezione, e dobbiamo farlo ora… Dobbiamo imparare ad essere coraggiose

Nonostante tutto, dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di metterci in gioco e tentare nonostante la paura del fallimento…

Il miglior consiglio che possiamo rivolgere a noi stesse nei momenti in cui ci sembra di non valere nulla?

Scelgo il coraggio e non la perfezione!

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